ILNUOVOPAESE.IT del 18/24 aprile 2024, Numero 16 (Anno XIV) - IN COPERTINA
Un microchip nel cervello e tutto sarà possibile. Con Musk è scacco al pensiero
di Valeria Meli
COME MOLTI dei nostri più attenti lettori si ricorderanno, qualche mese fa vi abbiamo parlato del microchip della società Neuralink di Elon Musk inpiantato nel cervello di una scimmia per darle la possibilità di giocare ai videogiochi senza l’ausilio del joystick ma solo attraverso l’uso della mente. Ebbene la notizia più recente è che il microchip wireless Telepathy, impiantato nel cervello di un uomo paralizzato dalle spalle in giù, gli ha permesso niente di meno che giocare una partita a scacchi attraverso una piattaforma di gioco on-line. Nel video, della durata di circa nove minuti, trasmesso in diretta streaming, si vede Noland Arbaugh – questo il nome del paziente – muovere le pedine della scacchiera virtuale senza l’ausilio del mouse ma soltanto attraverso il pensiero.
Oltre al gioco a scacchi, il trentenne statunitense, ha anche giocato a Civilization VI e ha avuto accesso ad altri suoi hobby preferiti.
Noland, che aveva perso l’uso delle gambe a seguito di un incidente subacqueo, ha raccontato di aver subito l’intervento a gennaio, e di non avere avuto in seguito alcun problema cognitivo.
La tecnica dell’intervento usata
Questo tipo di interventi dura generalmente due ore. Il chip viene installato dietro l’orecchio e inserito chirurgicamente nel cervello da un robot sviluppato sempre da Neuralink. Per installare i chip viene rimossa e sostituita una porzione di cranio. A volte in alcuni casi, a seguito di interventi simili, sono stati registrati problemi: stati dissociativi a livello psicologico, paralisi decisionale e c’è stato anche un caso di tentato suicidio.
Per fortuna in questo caso non è stata riscontrata alcuna complicazione, ma gli scienziati che stanno sperimentando questo tipo di interventi in altre parti del mondo e sono perciò ancora piuttosto cauti.
Nel frattempo però Nolan ha dichiarato che questa tecnologia gli ha cambiato decisamente la vita.
Non ci resta che augurarci che ciò possa valere per altrettante persone e che questa sia la prima di una lunga serie di partite, non solo a scacchi, ma soprattutto nella vita quotidiana, giocate per mezzo della telepatia.
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