ALCHIMIA & DINTORNI
Mosè Maimonide, ovvero le apparenti contraddizioni tra ragione e rivelazione divina nelle sue norme di vita morale
Della comprensione della natura diviva di Mosè Maimonide parla questa volta Aleister nella rubrica “Alchimia & dintorni”. Uno spazio, questo, per farvi conoscere, attraverso le loro opere, alcuni personaggi che possono essere considerati alchimisti in un senso più ampio. La vera Alchimia, infatti, non mira alla trasformazione del piombo in oro ma alla trasformazione dell’animo umano e al miglioramento di se stessi.
di Aleister
Mosè Maimonide, il cui nome completo è Moshe ben Maimon, nacque in una famiglia ebrea a Cordova, in Spagna, nel 1135. Fu filosofo, medico e giurista; la Torah gli fu insegnata dal padre, un rabbino. A causa delle persecuzioni antiebraiche e della crescente intolleranza religiosa, dovendo scegliere se convertirsi all’Islam o emigrare, la famiglia di Maimonide preferì l’esilio e si trasferì prima in Marocco e poi in Egitto. Qui Maimonide divenne medico personale del sultano Saladino e ottenne grande fama per la sua abilità di guaritore. Si dedicò anche allo studio e alla scrittura, producendo opere fondamentali per la cultura ebraica. Morì al Cairo nel 1204; la sua tomba si trova a Tiberiade, in Israele. Fu un personaggio di straordinario ingegno e di grande erudizione, ed è considerato una delle figure più importanti del pensiero ebraico (e non solo) medievale.
Mosè Maimonide cercò di conciliare la filosofia greca, in particolare quella di Aristotele, con la tradizione ebraica. Egli sosteneva che l’obiettivo della vita umana è la perfezione del carattere, che si raggiunge attraverso lo studio, la disciplina e l’azione virtuosa. Nel suo capolavoro filosofico, la “Guida dei Perplessi” (Moreh Nevukhim), affrontò le apparenti contraddizioni tra la ragione e la rivelazione divina, sostenendo che la verità filosofica e la verità religiosa non possono mai contraddirsi tra loro. La ragione, tuttavia, può aiutarci a comprendere la natura di Dio e del mondo solo fino a un certo punto, al di là del quale è necessaria la fede, la sola che ci consente di accedere a verità più elevate. Uno degli aspetti più originali del suo pensiero consiste nell’elaborazione del concetto di teologia negativa: egli sosteneva che non possiamo conoscere Dio in modo positivo ma solo attraverso la negazione, cioè definendo ciò che Dio non è. Questo approccio riflette la sua profonda umiltà di fronte all’infinità e alla trascendenza divina. Maimonide credeva che la legge ebraica fosse essenziale per la guida etica e spirituale dell’individuo e della comunità ebraica. Nel suo Codice della legge ebraica (Mishneh Torah) organizzò e riassunse le leggi della Torah in modo sistematico, rendendole accessibili e comprensibili. Maimonide attribuiva un grande valore all’apprendimento e all’intelletto. Credeva che ogni ebreo dovesse aspirare alla conoscenza e alla comprensione, e che ogni intellettuale avesse un ruolo importante nella guida della propria comunità. Maimonide aveva anche una visione razionalista e universalista della redenzione e dell’era messianica, in quanto era sicuro che un giorno ci sarebbe stata la redenzione universale e che allora l’umanità avrebbe raggiunto una conoscenza più elevata di Dio e della verità. Come medico, il suo approccio alla medicina fu razionale e scientifico; egli sosteneva che la medicina fosse sia un’arte che una scienza, e che i medici avrebbero dovuto unire alla conoscenza scientifica la compassione e la cura per i propri pazienti.
Norme di vita morale non è un’opera autonoma, ma una sezione all’interno del suo più ampio Codice della legge ebraica, in cui Maimonide offre una guida pratica e accessibile a tutti per vivere una vita etica e morale secondo i principi della legge ebraica. Le sue istruzioni, tuttavia, non sono valide solo per gli ebrei ma anche per tutte quelle persone di diverse tradizioni spirituali e culturali che cercano una guida per una vita etica e che abbia un significato. Maimonide enfatizza l’importanza dell’equilibrio e della moderazione in tutti gli aspetti della vita, sottolineando che sia l’eccesso che la mancanza sono dannosi e che è necessario cercare un equilibrio in ogni cosa. Egli dà grande importanza alla cura del corpo e alla salute fisica come prerequisiti per una vita spirituale e morale sana. Raccomanda, perciò, una dieta equilibrata, l’esercizio fisico e l’igiene come mezzi per mantenere la salute e godere di un tranquillo riposo. Identifica, poi, diverse virtù e vizi e fornisce istruzioni su come coltivare le virtù ed evitare i vizi. Tra le virtù raccomandate vi sono la gentilezza, la generosità, la pazienza, l’umiltà e la verità. Tra i vizi da evitare vi sono l’arroganza, l’avidità, l’ira, la menzogna e la maldicenza. Maimonide discute anche delle relazioni interpersonali e dell’importanza di trattare gli altri con rispetto, giustizia e compassione. Raccomanda di essere onesti negli affari, di rispettare i genitori, di essere gentili con gli estranei e di evitare la calunnia e il pettegolezzo. L’etica e la morale sono connesse alla crescita spirituale, ed una vita etica è fondamentale per avvicinarsi a Dio e raggiungere quella perfezione spirituale che dev’essere la nostra meta. Vi è anche una sezione sulla profezia, che esplora il ruolo dei profeti nella tradizione ebraica e insegna a discernere la vera profezia da quella falsa. Chiude l’opera una riflessione sulla risurrezione dei morti e sull’importanza di vivere una vita virtuosa in preparazione di essa.
In sostanza, il pensiero di Maimonide è una sintesi ricca e articolata di filosofia, teologia, legge e medicina. L’eredità che ci ha lasciato ha avuto un’influenza profonda non solo sul mondo ebraico ma anche sulla filosofia, sulla teologia e sulla medicina occidentali. Il suo sforzo principale consiste nel tentativo di armonizzare la ragione e la fede, la scienza e la religione, fornendo un modello di pensiero integrato e olistico, quanto mai attuale, che continua ad essere studiato e dibattuto ancora oggi.
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