INCHIESTA – Italiani in fuga: i tanti volti dell'emigrazione oggi
Daniele Mannino: «Questa è la mia vita ad Amsterdam, tra lavoro e nostalgia»
di Valeria Meli
La chiamano “fuga di cervelli” ed è un fenomeno inesorabilmente in crescita. Secondo i dati Istat più aggiornati, ogni anno, tra il 2002 e il 2021 sono stati circa 1,4 milioni gli italiani che hanno lasciato il nostro paese per trasferirsi all’estero, in media oltre 71 mila ogni anno. È un fenomeno che ha dei risvolti sociali ed economici per l’intero paese, ma soprattutto emotivi e affettivi per chi vive il trasferimento in prima persona, allontanandosi dalla famiglia e dagli affetti e caricandosi sulle proprie spalle le difficoltà di integrazione in un nuovo ambiente caratterizzato da una sua cultura e da stili di vita spesso completamente diversi ai nostri.
Per approfondire il tema abbiamo intervistato alcuni italiani all’estero che ci hanno parlato della loro esperienza fuori dall’Italia.
Oggi vi raccontiamo la storia di Daniele Mannino, classe 1982, che vive ad Amsterdam dal 2014.
Daniele, innanzitutto grazie per aver accettato il nostro invito a raccontarci la tua storia; una storia di un italiano che, come tanti altri, ha dovuto rimboccarsi le maniche e tentare di realizzarsi fuori da suo paese. Puoi raccontarci il tuo percorso?
«Certamente! Sono nato e cresciuto ad Agrigento ma fin da piccolo ho avuto la fortuna di poter viaggiare tanto perché facevo parte di un gruppo folcloristico che si esibiva in diversi festival in Italia e all’estero. Nel 2004 ho preso il titolo di massofisioterapista, ho lavorato per diversi anni in centri ortopedici di riabilitazione della mia città, ma dopo ho perso il lavoro e ho avuto grandi difficoltà a trovarne un altro nel settore in cui mi ero specializzato. È così che ho deciso a malincuore di scappare! Dopodiché ho accettato tantissimi lavori: dal call center, al lavoro in cucina in qualche ristorante al barista».
In quale città hai vissuto nella tua vita prima di trasferirti definitivamente ad Amsterdam?
«La mia esperienza di vita fuori dalla mia città di origine ha inizio a Milano dove mi sono trasferito nel 2007 e dove ho vissuto per circa tre anni e mezzo. La mia seconda tappa è stata a Bruxelles dove ho iniziato la mia vera esperienza da ex Pat. Bruxelles non è stata facile da vivere in quanto il mio livello di francese non era dei migliori e anche lavorativamente parlando è stato parecchio difficile trovare qualcosa di stabile. Dopo due anni e mezzo ho deciso di cambiare nuovamente meta a rimettermi in gioco. L’Olanda è stato un paese che mi ha sempre particolarmente attratto con le sue città pulite organizzate per il suo forte senso civico. Ho pensato dunque di darmi un’altra possibilità rimettendomi in gioco nuovamente trasferendomi nella sua capitale Amsterdam città multiculturale e cosmopolita come nessun’altra direi».
Quali difficoltà hai incontrato in Olanda?
«La difficoltà più grande è stata non la lingua (qui tutti parlano inglese) ma trovare casa. Purtroppo non è facile trovare un appartamento a prezzi modici e la competizione è tanta. In genere la soluzione migliore è quella di condividere un appartamento con più persone. Io sono anche arrivato a pagare €800/900 da affitto per una camera delle dimensioni di un letto da piazza e mezzo e senza armadio e in genere i contratti d’affitto erano per breve termine. E’ stato parecchio stressante a quel periodo ma ho cercato di tenere duro e di non mollare».
Qual è la tua occupazione adesso?
«Adesso lavoro come front desk per una catena di aparts hotel olandese americana».
Cosa ti piace della città in cui vivi e cosa invece cambieresti?
«Di Amsterdam mi piace il fatto di amalgamarsi con tantissime razze che vivono pacificamente assieme e la sua aria felice. Trovo anche meraviglioso muoversi in bicicletta in tutta libertà e sicurezza. Ciò che cambierei sicuramente è il clima piuttosto freddo e soprattutto piovoso per quasi tutto l’anno».
Cosa ti manca della Sicilia e della tua Agrigento?
«Della Sicilia mi manca sicuramente il suo clima il sole splendente il mare turchese, l’odore dei pini e degli eucalipti. Della mia città, Agrigento mi mancano tutti i miei affetti: la mia famiglia e gli amici d’infanzia. All’estero non è facile costruire amicizie vere e sincere».
Quali sono i progetti per il tuo futuro?
«Non nascondo il fatto che mi piacerebbe molto rimanere qua e magari chissà riuscire a comprare casa un giorno. So di certo che se dovessi ritrovarmi in difficoltà in futuro e dovessi cambiare città, opterei certamente per un paese tropicale dal clima caldo e secco! Purtroppo, anche se mi piacerebbe ritornare nella mia città, sono certo che lì non ci sarebbe spazio per me».
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