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La compositrice Silvia Colasanti assume la direzione del Festival della Valle d'Itria

Il vento di tramontana soffia novità alla rassegna del Belcanto di Martina Franca

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di Oreste Roberto Lanza

ARIA NUOVA al Palazzo Ducale di Martina Franca. Silvia Colasanti assume la responsabilità della direzione artistica del Festival della Valle d’Itria e la direzione dell’Accademia di Belcanto “Rodolfo Celletti”, per il triennio 2025-2027. La fresca nomina arriva dal Consiglio di amministrazione composto da Michele Punzi (Centro Artistico Musicale “Paolo Grassi”), Gianfranco Palmisano (Comune di Martina Franca), Roberto Venneri (Regione Puglia), Stefano Semeraro (Provincia di Taranto), Piermassimo Chirulli (Comune di Cisternino) che dopo attente valutazioni ha individuato nel maestro Silvia Colasanti la personalità migliore per consentire al Festival di proseguire nel suo percorso di sviluppo culturale.
“Si è appena concluso un triennio complesso, e al contempo contrassegnato da grandi successi e da una evidente crescita del Festival della Valle d’Itria; risultati per i quali la Fondazione Paolo Grassi deve ringraziare il Maestro Sebastian F. Schwarz, che, con grandi doti umane e professionali, ha portato avanti un progetto artistico che ha consentito al Festival di avere una visione sempre più internazionale”. Queste le parole del presidente del Valle d’Itria Michele Punzi dopo l’avvenuta nuova nomina.
Le prime parole della compositrice romana Silvia Colasanti, con un grande curriculum al suo attivo (attualmente insegna presso il Conservatorio di Musica Santa Cecilia di Romae i suoi lavori sono pubblicati da Casa Ricordi): “Assumo la direzione artistica del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca e dell’Accademia di Belcanto “Rodolfo Celletti” con la consapevolezza di ricevere un’eredità importante e preziosa, costantemente nutrita dalla passione e dall’intelligenza di chi mi ha preceduto e dalle numerose competenze di coloro che hanno partecipato edizione dopo edizione alla realizzazione degli spettacoli. Esplorare nuovi territori, far rivivere sulle scene opere poco rappresentate, riportare alla luce percorsi compositivi abbandonati, dialogare col territorio, valorizzare i giovani artisti: questa è l’anima del Festival nel quale vorrei portare anche la potente lezione del ‘900, l’evoluzione del teatro musicale, la promozione della creatività e dei linguaggi contemporanei, la possibilità di comunicare la complessità dell’oggi con autentica energia espressiva con l’intento di sollecitare riflessioni storiche ed esplicitare come le diversità estetiche di oggi siano la conseguenza di diversi modi di rileggere e interpretare la tradizione, in un rapporto di continuità e dialogo con il passato”. Conclude la compositrice, già al lavoro sulla programmazione del prossimo anno che presto sarà resa nota: “L’opera lirica ha sempre parlato di noi, cantato il presente e, attraverso il tempo, è in grado di raccontare nel profondo l’uomo e la società di oggi”.

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