ILNUOVOPAESE.IT del 24/30 ottobre 2024, Numero 43 (Anno XIV) - IN COPERTINA
Intelligenza artificiale e giornalismo tra etica e tecnologia: continua il dibattito
di Francesco Caroli
SI FA un gran parlare di Intelligenza artificiale (AI), a proposito ma molto spesso a sproposito. In molti casi si afferma che l’AI non ha e non avrà mai i caratteri empatici dell’intelligenza umana, capace di creare contenuti ed espressioni artistiche, invenzioni scientifiche (in definitiva l’intelligenza artificiale è stata generata dalla mente umana), sistemi economici e politici d’avanguardia. Resta comunque da vedere cosa ci riserverà il futuro.
Indubbiamente, l’AI migliorerà e semplificherà molti aspetti del vivere quotidiano. Da monitorare comunque se l’inevitabile perdita di posti di lavoro compenserà la qualità della vita. Nel settore medico, in quello economico, e così via, l’Intelligenza artificiale semplificherà molte procedure di conoscenza e di approccio.
Se vogliamo, l’uso dell’AI diventa sensibile e problematico proprio nel settore della comunicazione e dell’informazione. Tanto che a vario titolo associazioni ed enti professionali del giornalismo cercano di affrontare il tema pensando di riuscire a dirimere i vari nodi ed intrecci che essa comporta nell’utilizzarla in forma massiccia e indiscriminata. È di questi ultimi giorni un incontro organizzato dall’Ordine dei giornalisti pugliesi nell’ambito della formazione professionale continua, che si è tenuto a Polignano a Mare (Bari) sul tema: «L’intelligenza artificiale, tra etica e tecnologia». L’obiettivo? «Quello di riflettere – attraverso un confronto a più voci tra esperti del settore, ricercatori, docenti e giornalisti – sull’intelligenza artificiale e sulla capacità di simulare l’intelligenza umana attraverso l’ottimizzazione di funzioni matematiche». Ma, il tema posto, senza dubbio di gran interesse, è anche al centro «di polemiche riguardo i risvolti etici che coinvolgono i codici culturali delle giovani generazioni a partire dall’infanzia sempre più concentrata nell’uso invasivo della tecnologia, puntando a modelli etici di prevenzione nel nome di un nuovo umanesimo di cui la nostra società ha indubbiamente bisogno».
L’incontro formativo per i giornalisti pugliesi ha visto la presenza tra gli altri, come relatori, di Michele Costantino, già rettore del Politecnico di Bari, di Antonio Carnevale, ricercatore di Filosofia morale dell’UniBa e consulente di/su etica e IA, di Michele Suma, docente e direttore di Sudfestival, di Gaetano Prisciantelli, giornalista RAI, e di Rossella Matarrese, giornalista e consigliera con delega alla formazione dell’Ordine dei giornalisti di Puglia.
Un incontro con degli interventi certamente interessanti e piuttosto articolati, che hanno avuto un’unica pecca: quella di non cercare il confronto e il dibattito con i giornalisti e gli operatori dell’informazione presenti, lasciando a loro il compito di risolvere e sbrogliare a titolo personale e professionale i dilemmi di natura etica che comporta l’utilizzo dell’AI in ambito della comunicazione ad ogni livello.
Benissimo che se ne discuta, coinvolgendo magari anche il legislatore (che, almeno all’inizio, forse non avrà molto da dire, ma ascolterà). L’IA è uno strumento dalle potenzialità straordinarie ma, proprio per questo, il suo uso andrà regolamentato per limtarne gli abusi. Soprattutto, sarebbe bene organizzare dei “forum” popolari che prevedano l’intervento – semplice ma rigoroso – di figure competenti da più campi, nel senso che l’opinione individuale dei non addetti, quasi sempre legittima, non ha grande interesse su soggetti tanto complessi. A titolo d’informazione, è di qualche giorno fa la pubblicazione sulla rivista Cell – una referenza scientifica planetaria – della scoperta con tecniche d’IA di 70 mila nuovi virus RNA….. (https://www.nature.com/articles/d41586-024-03320-6): riflettiamoci.