ILNUOVOPAESE.IT del 31 ottobre/1 novembre 2024, Numero 44 (Anno XIV) - IN COPERTINA
L’alluvione in Spagna è un monito per tutti. Come fermare gli effetti devastanti del cambiamento climatico?
di Francesco Caroli
LE IMMAGINI apocalittiche dell’alluvione in Spagna ci hanno messo tutti di fronte a un quesito drammatico, al quale bisogna dare delle risposte urgenti da parte di esperti e governanti: quello che è accaduto nel paese iberico può ripetersi anche qui da noi, in Italia? E gli eventi climatici estremi possono colpire qualsiasi punto del pianeta?
Il maltempo che ha interessato in questi giorni la zona sud-est della Spagna (Valencia, l’Andalusia e Albacete) ha provocato 140 morti, ma i numeri possono ancora riservarci delle sorprese. Ma di cosa si è trattato? Si parla in proposito di DANA (Depressione isolata in alta quota), che ha avuto come effetto quello di provocare piogge intense, causando inondazioni che hanno allagato strade, travolto veicoli e divelto intere linee ferroviarie. Una situazione che ha portato le autorità locali a parlare di situazione drammatica e preoccupante, senza precedenti. Pedro Sànchez, il capo del governo spagnolo, si è detto preoccupato e ha invitato tutta la popolazione a stare sul chi vive e ad attenersi alle indicazioni delle autorità locali.
E qui da noi, in Puglia, si iniziano a prendere provvedimenti che sino a questo momento mai avremmo pensato che sarebbero stati adottati. In proposito, l’Acquedotto pugliese, in previsione del rischio di una crisi idrica, ha deciso di abbassare in alcune zone la pressione della distribuzione dell’acqua.
Ma bisogna attendere eventi climatici devastanti per porci le domande giuste e mettere un freno ai cosiddetti negazionisti?
Il cambiamento climatico del pianeta è sotto gli occhi di tutti (e ne abbiamo più volte parlato anche da questo sito). Gli effetti del riscaldamento globale sono evidenti, e bisogna porre fretta per una drastica riduzione dei gas serra per preservare una speranza di sopravvivenza dignitosa ed ecocompatibile da parte delle future generazioni.
A tale proposito gli esperti ci danno utili indicazioni su cosa bisogna fare. Puntare cioè velocemente alle cosiddette energie rinnovabili, chiedendo al Sole di continuare a fornirci la spinta necessaria nell’andare in tale direzione. Le energie rinnovabili dunque per un mondo più giusto e con meno disuguaglianze. Ma servono azioni che ci portino a muoverci tutti in un’unica direzione e prospettiva. Comuni, Regioni, Stato, Unione europea, ogni singolo individuo, devono tutti agire e in fretta. Agire per ridurre le nostre emissioni e, dall’altro canto, adattarsi se sarà necessario agli impatti inevitabili, come nell’agricoltura che dovrà cercare di coltivare con meno acqua per sopperire allo scioglimento dei ghiacciai. Dobbiamo però essere consapevoli della cosiddetta inerzia del clima: anche se agiremo con molta decisione, le temperature continueranno a salire almeno di un altro mezzo grado a livello globale. Ma se non faremo nulla, potremmo in breve raggiungere temperature sicuramente più elevate, di 1,5-2 gradi. In poche parole, se agiremo in maniera decisa, per un paio di decenni forse non ci accorgeremo delle differenze, ma lasceremo un mondo indubbiamente più vivibile a figli e nipoti. In buona sostanza, come affermano gli esperti, quello che succederà del 2100 molto dipenderà da quello che facciamo ora.
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