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Storia di Santisti & 'Ndrine nel libro del giornalista calabrese Arcangelo Badolati

La «vita maledetta» non sempre paga

Arcangelo Badolati in un'immagine web

Arcangelo Badolati (in un’immagine web)

di Oreste Roberto Lanza

La copertina del libro di Arcangelo Badolati

La copertina del libro di Arcangelo Badolati “Santisti & ‘Ndrine”

SI CHIAMA Arcangelo Badolati. È un calabrese di Palmi. Giornalista, caposervizio del quotidiano “Gazzetta del Sud”, è anche autore di numerose pubblicazioni sulle devianze criminali e i misteri calabresi, risultato di oltre vent’anni di importanti processi celebrati in Calabria.
L’ultima fatica di Badolati porta il titolo “Santisti & ‘Ndrine Narcos, massoni deviati e Killer a contratto”, edito da Luigi Pellegrini editore (giugno 2018). Un libro che risponde pienamente a quello che Giovanni Falcone nella sua attività di giudice istruttore Antimafia più volte ripeteva: «ll mafioso è un uomo che capisce cos’è il potere, ne conosce il funzionamento e tutti i meccanismi».
Un libro quello di Arcangelo Badolati costruito su fatti precisi, date, circostanze del tutto oscure al semplice cittadino che ne viene a conoscenza dalla sua lettura, certo con sorpresa ma aprendo squarci di verità fin ad ora rimasti senza alcun dubbio occultati. Vi sono pagine che raccontano delle circostanze che hanno portato al cosiddetto passaggio epocale della mafia calabrese, che flirta da sempre con il potere, la politica e le logge. Avete capito bene! Ci sono pagine in cui viene rappresentata la massoneria, una loggia con affaccio pienamente mafioso. C’è del sangue che scorre in queste pagine da cui l’autore stesso con attenzione ai particolari, fa emergere responsabilità precise e provate. È il caso della strana morte del comandante generale dell’Arma, Enrico Mino che aveva ricevuto anche un incarico dal Vaticano di scovare eventuali appartenenze di prelati alla massoneria. Le circostanze relative al nascondiglio in Calabria del super latitante mafioso Matteo Messina Danaro. La Ndrangheta dei veleni. Mafia e ambiente evidenziato dal rapporto dell’Istituto superiore di Sanità redatto nei primi mesi del 2018. Centoquaranta pagine in cui viene messo in luce il possibile nesso di causalità esistente tra la presenza di materiali tossici e l’insorgenza di patologie gravi. La ‘ndrangheta legata ai politici da sempre. Padrini indifferentemente comunisti e fascisti, democristiani e socialisti, ponendosi sempre dove conveniva stare per fare soldi. Gli ‘ndranghetisti, pur giocando in borsa e riciclando denaro in tutto il mondo, continuano a rimanere fedeli ai riti e ai simbolismi antichi ispirati ad una setta criminale spagnola – la Garduna – mai esistita e frutto della creatività letteraria di una scrittrice tedesca, Irene de Suberwick. Nell’attualità racconta Badolati i Boss sono impegnati nell’utilizzo illegittimo di fondi europei, nella colonizzazione di intere aree del vecchio continente. Addirittura nella gestione del mercato di reperti archeologici, senza perdere di vita il classico traffico mondiale degli stupefacenti in accordo con i cartelli colombiani e messicani. C’è tutto un mondo che viene raccontato dal un giornalista che ha la capacità di andare oltre su una realtà malavitosa poco conosciuta fino a qualche decennio fa. C’è, infine, il capitolo dedicato al coraggio di madri, compagne e sorelle stanche di lutti e tragedie, di piombo, di carcere, di soprusi e vendette. Un libro da leggere perché di qualità. Pagine con un significato ultimo estremo: la vita “maledetta” non paga.

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