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Nel suo libro Marcello Foa si chiede chi sono gli stregoni della verità

Informazione & potere. «Bisogna entrare nel fiume per conoscerne le correnti»

Giornali in vetrina (immagine web)
Giornali in vetrina (immagine web)

Giornali in vetrina (immagine web)

di Oreste Roberto Lanza 

Marcello Foa

Marcello Foa

“PER CONOSCERE le correnti del fiume, chi vuole la verità deve entrare nell’acqua”. Ovvero, per comprendere il percorso delle correnti del fiume in un mondo sempre più complesso come il nostro, bisogna scendere nell’acqua, immergersi, invece di limitarasi a cavalcarne i flutti e a intuire i venti.
È questa la sintesi precisa del libro del giornalista Marcello Foa, prossimo Presidente Rai, “Gli Stregoni della notizia”, edizioni Angelo Guerini e Associati Srl (seconda edizione luglio 2018).
Come si fabbrica l’informazione al servizio dei governi?  Ciò che si chiede Foa nel suo libro. È perciò un libro per tutti, soprattutto per coloro che avvertono da subito che la notizia appare manipolata e fatta in modo tale che il semplice cittadino faccia ciò che è richiesto dal potere senza alzare il pur minimo senso critico. Senza chiedersi cioè se la notizia sia vera o falsa e senza capire qual è il vero obiettivo che essa vuole raggiungere. Perciò il vero e principale problema di tutti i tempi è proprio l’informazione. La notizia maneggiata, quella sbiadita, con diverse tonalità di colore, con l’intento unico di condizionare gli individui costringendoli a fare quello che potentati finanziari vogliono. Per questo ci sono i cosiddetti Spin doctor, persone che si occupano di organizzare la campagna elettorale di un uomo politico e non solo. Ne cura l’immagine anche durante il suo periodo di governo. Ma queste persone sono presenti anche all’interno di grandi multinazionali per incentivare la vendita di prodotti, costringendo il cittadino a comprarli anche se non è pienamente manifesta l’esigenza. Lanciano grandi titoli su stragi che a distanza di mesi non risultano tali. Esaltano gesta eroiche che poi si scopre essere state elaborate a tavolino. Danno per certe le accuse formulate dai governi e ignorano quelle dei semplici cittadini, anche se con il tempo le seconde si rivelano più affidabili delle prime.

La copertina del libro di Marcello Foa, "Gli stregoni della notizia"

La copertina del libro di Marcello Foa, “Gli stregoni della notizia”

Nove i capitoli del libro in 286 pagine dove il giornalista Foa spiega le tecniche per orientare l’informazione, dedicando molto spazio a concetti importanti come quello mentale del Frame. Ognuno di noi ragiona con delle “cornici” mentali di riferimento costituite da una serie di immagini o di giudizi o di conoscenze di altro tipo, culturali o identitarie. I capitoli conclusivi sono gli effetti reali di come soprattutto nel passato le guerre sono state ben costruite manipolandone la giusta verità. Ci sono le spiegazioni del ruolo avuto dagli spin doctor e delle società di pubbliche relazioni, ma anche delle organizzazioni non governative. “Se capisci i meccanismi e le logiche che regolano il comportamento di un gruppo, puoi controllare e irreggimentare le masse a tuo piacimento e a loro insaputa”, scriveva, nel 1928 Edward Berrnays nel suo libro “L’ingegneria del consenso”. Ecco allora i casi specifici delle vendite di automobili, dove si comunica, attraverso uno studio ben congeniato, al venditore che lo scarico dei gas non è nocivo ai polmoni. Oppure che la cioccolata fa bene al cuore, fa dimagrire, riduce l’ipertensione, migliora la memoria. Tutto vero? Tutto necessario per aumentare il consumo della cioccolata dal semplice quadratino. Ma questo è poca cosa. Nelle pagine ci sono casi ancora più rilevanti legati alla storia dei presidente americani, repubblicani o democratici che esso siano. C’è la descrizione della guerra creata ad hoc in Iraq con la caduta di Saddam, dove la dinamica della sua cattura indicata al lettore che non è quella vera. E dove le armi di distruzione di massa non erano presenti. Cosa sappiamo veramente della crisi in Grecia scoppiata nel 2010? Cosa veramente ricordiamo della guerra del Vietnam? Della storia attuale dell’immigrazione? Bisognerebbe chiedersi se hanno avuto molto impatto i tanti articoli su giornali e social o la foto del corpicino dei piccoli Aylan in maglietta rossa, su una spiaggia turca dopo il naufragio del gommone su cu era salito con la famiglia? La verità, probabilmente, è che la maggior parte dei fatti avviene fuori dal campo visuale dell’individuo e per di più difficili da comprendere. La gente giudica per quello che conosce attraverso le informazioni diffuse dai mezzi di comunicazione di massa. Mezzi che possono ignorare fatti ritenuti da “loro” irrilevanti drammatizzandone quelli ritenuti più “commercialmente” importanti. Ecco allora divulgare la verità è un impegno del giornalista professionista serio. I giornalisti dice Foa “sono rispettati, temuti e riveriti perché sanno sempre qualcosa che il pubblico non conosce”. Ed è per questo che il giornalista deve imparare a scrivere articoli per strada in mezzo al popolo e con il popolo per aiutare questi a crescere il proprio senso critico. Un libro di una eccezionalità incredibile. Lindo e pinto nella sua esposizione, facile nella comprensione. Un manuale di Libertà per tutti coloro che si sentono imprigionati dal tempo delle menzogne e falsità che nella nostra attualità non hanno più colore, cosi trasparenti da non sentirne neanche l’odore.

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