«Leggi tu, leggo anch'io... leggiamo insieme». I libri che rendono più ricca la nostra vita
Alla ricerca del «libro perduto» in un caleidoscopio di segni e di sogni
Prendendo spunto da una recente iniziativa che invoglia alla lettura piccoli lettori anche se in situazioni non ideali di salute, vogliamo aprire una nuova rubrica che abbia come obiettivo proprio questo: leggere, leggere, leggere… un libro! Si sa, in questi ultimi anni, per tutti, o quasi tutti, leggere non è più una priorità assoluta. Si preferisce “navigare” in internet su tablet e cellulari, alla ricerca di un qualcosa che ci aiuti a trascorrere il tempo libero. E questo è ultimamente valido anche per chi in un più o meno recente passato aveva sempre un libro a portata di mano. Ora questa sana abitudine si va perdendo… E non è un bene. Umberto Eco amava dire: «Chi non legge, a settant’anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5mila anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… Perché la lettura è un’immortalità all’indietro». Per questo abbiamo chiesto a “Fermetef” di dedicare per le prossime settimane uno spazio ad hoc alla riscoperta di libri che prima o poi bisognerebbe leggere. Iniziamo con «Un amore» di Dino Buzzati.
Anche se «tossico» vale la pena vivere «un amore». Lo capiamo dalle pagine di uno libri più intriganti di Dino Buzzati
di Fermetef
Se amore è gelosia, se amore è possessività, allora «Un amore» di Dino Buzzati (ideato e pensato dal giornalista-scrittore nel 1959 e pubblicato da Arnoldo Mondadori nel 1963) è il libro giusto da leggere e rileggere ancora. Per la complessità della trama e il modo con cui Buzzati scava nell’animo e nella mente dei personaggi delle sue storie.
I protagonisti di «Un amore» sono: Antonio Dorigo, quasi cinquantenne della Milano borghese, e Laide (nomen omen), piccola e carina fanciulla della Milano più popolare.
Il 1960 è l’anno della storia tra i due. Antonio crede di essere stato colto da un amore travolgente e con estrema difficoltà accetta la libertà di Laide. Diventa perciò oppressivo e finanche ridicolo. La sua gelosia divampa e lo rende cieco di fronte ai comportamenti della donna che pensa di amare. Laide, viziata e capricciosa opportunista, si farà mantenere da lui, ingannandolo e concedendosi con sempre minore desiderio e trasporto.
L’amore che Dino Buzzati racconta non è perciò quello di una passione travolgente fra due amanti ostacolati dalle circostanze, né quello platonico di un uomo represso ed eccessivamente timido. L’amore che Antonio prova non gli permette di andare oltre i confini imposti dalle convenzioni, ma soltanto di mantenere come amante la frequentatrice di una casa di tolleranza, che accetta per quella che è, senza offrirle un’alternativa di vita.
Dopo un periodo di riflessione di qualche mese, non saprà trattenersi dal richiamarla, tornando così all’ambiguo rapporto, rinnovato soltanto nell’egoistico desiderio di maternità di lei, e nella rassegnazione di lui.
Antonio crede che un sentimento sincero e autentico sia in grado di vincere ogni ostacolo: la sua ingenuità, a tratti infantile, si perderà in un mondo popolato dalle menzogne e dalle crudeltà di Laide.
Questa la storia, ma le pagine del libro fanno sì che il lettore possa rivedersi nel protagonista. Nei suoi sguardi, a volte molto più eloquenti delle parole, ci si ritrova e si riesce a capire quanto quello che si pensa che sia amore in effetti è solo desiderio di possesso dell’altro. Diventa persino violenza quando Antonio molla un sonoro ceffone a Laide dopo aver scoperto di non essere l’unico suo amante poiché ha rovistato tra la sua corrispondenza.
Vi è violenza anche quando Antonio, da sposato con la sua donna borghese, ritorna senza preavviso da Laide, che attendeva invece un cliente e non lui.
«Un amore» di Dino Buzzati è un libro comunque trasformativo. Purtroppo però la gelosia è un fatto istintivo che tocca tutti e solo la razionalizzazione continua dei nostri eventi ci può aiutare a superarla. Però, spesso, l’istinto prevale sulla ragione e ci rende davvero folli. La gelosia è forse uno dei più brutti eventi che caratterizzano la vita umana, ma la ragione deve certo prevalere per vivere più serenamente la propria vita.
In Puglia, interrogando le Materne notti di luna per conoscere le biblioteche colme di libri
(Natia Merlino) – Nella eleganza classica della sala del Circolo Unione “Vittorio Emanuele II” di Lucera sabato 11 maggio 2024 hanno trovato ospitalità le Materne notti di luna, l’ultimo libro del bibliotecario pugliese Waldemaro Morgese. Dopo la presentazione dell’autore, il padrone di casa, Giuseppe Trincucci, ha dato agio con lodi culturali alle Materne notti di luna.
A dispetto della coperta delle edizioni Homo Scrivens, che pone in risalto una luna spettacolare, il libro, tra il romanzo e l’autobiografia, è un viaggio della storia del mondo facendo capolino tra i tanti, tantissimi libri che come sirene chiamano dagli scaffali di una cospicua Biblioteca. Tra libri storici, biografici, bibliografici, geografici, oltre che di cronache locali di storia patria, di documenti rari, mappe, disegni, foto, carte d’archivio rare, soddisfacendo anche proprie curiosità e gusti personali, o ricordi di letture fatte, di richiami a quanto già conoscono, interrogano se stessi e gli autori, arricchendo il loro scibile.
In questo mondo di Biblioteca, ci si annulla, anzi sono i due protagonisti Otto e Eloise che si annullano, perché si annulla il tempo e lo spazio. Questo tema del passato uguale al presente, di un tempo che si annulla e che non esiste è proprio di Waldemaro, presente pienamente in un altro romanzo Il tempo uguale.
Il pubblico, accompagnato dal “virgiliano” padrone di casa dottor Giuseppe Trincucci, si è lasciato condurre con voli pindarici da un’epoca all’altra e da una terra all’altra, passando con grande soddisfazione dalla Magna Grecia di Pitagora alla Roma superba e devastata, alla Calabria di Alarico, ai regni romano-barbarici. Una visita è stata fatta alla Napoli aragonese di Alfonso il Magnanimo. Ci si è lasciati incuriosire dall’impresa di Carlo Pisacane, dalla “tempesta del dubbio” di Mazzini sulle rivolte patriottiche fallite. Si è ragionato sul brigantaggio postunitario fino al Sessantotto, alla violenza degli anni di piombo, all’abolizione dei manicomi.
Che probabilità abbia il genere umano di sopravvivere e che possibilità vi sia di fuggire dal nostro pianeta, è una domanda da porre alla luna “leopardiana” alla fine di questo viaggio in cui i periodi e i personaggi storici sono privi di un “prima” e di un “dopo.
«Un luogo delle meraviglie e di incessante precipitazione del tempo» – come Waldemaro definiva le Biblioteche in Il discobolo, che è poi la sua massima di vita – questo della Biblioteca. Sembra quasi una frase magica, quella che apre le porte di “Casina Morgese” e che ci introduce nel mondo di Morgese. All’interno la Biblioteca Rurale “Il Poggio” da lui fondata: 70 mq di oltre 5.000 documenti che si susseguono e si inseguono in 12 fondi archivistici e biblioteconomici, molti dei quali dedicati alla Puglia così come alle altre aree della classificazione (discipline storico-sociali, politologiche, sociologiche, economico-aziendali, giuridiche, teatrali), espressioni tutte della sua personalità, in sintonia con Luigi Einaudi, per il quale la «raccolta privata è lo specchio del raccoglitore, per cui una raccolta siffatta ha un’anima che si estrinseca tra i numeri che corrono in essa». Questo era vero per Einaudi e questo è vero per Morgese, per il quale «i libri hanno interagito con i suoi momenti di vita» e la Biblioteca il suo rifugio, soprattutto per il suo essere circondata dal verde. Cosa che gli ha permesso di mettere in pratica il “lascito ciceroniano”: «Se possedete una biblioteca e un giardino avrete tutto ciò che vi serve nella vita», mettendo anche in pratica principi di ecosostenibilità tipici dell’Agenda 2030. Una grande opportunità di conoscenza per il territorio. Al contempo l’autore, in veste di direttore della Teca del Mediterraneo (Biblioteca Multimediale del Consiglio Regionale della Puglia) e da Presidente della Sezione Pugliese dell’Associazione Italiana Biblioteche ha dato e fatto tanto per le Biblioteche della Puglia, rivitalizzando la stessa Biblioteca Multimediale e creando innovazioni per le Biblioteche della Puglia.
L’Autore: Waldemaro Morgese è un editorialista, saggista, scrittore nato a Mola di Bari nel 1945. È stato dirigente al massimo livello del Consiglio Regionale della Puglia e, in questo ruolo, Direttore della Teca del Mediterraneo (Biblioteca Multimediale del Consiglio Regionale della Puglia) dal 1994 al 2010 e responsabile della comunicazione istituzionale del Consiglio dal 2002 al 2010. È stato project leader di progetti internazionali in Russia, USA, Albania, Grecia, Montenegro, Polonia. È stato titolare di discipline economico-aziendali nelle Università degli Studi per numerosi anni, nonché docente in master post-universitari. Ha fondato con altri l’Associazione ONLUS Le Antiche Ville e l’Ecomuseo del Poggio di Mola di Bari, per valorizzare un comprensorio ricco di antiche ville. Ha fondato la Biblioteca Rurale “Il Poggio”. È stato Presidente della Sezione Pugliese dell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) per due mandati. È autore di numerose pubblicazioni e di romanzi e raccolte di racconti, ma non solo: Città buie (Il Grillo), Il discobolo (FaLvision), Il tempo uguale (Les Flaneurs), I guerrieri cambiano (Homo Scrivens), Sciamani, arabe fenici, banane gialle e mambo (Giazira Scritture), La cultura effimera. Nutrire la mente nel Sud dimenticato (Edizioni dal Sud), Gran Berlino. Germania dolce e amara (Radici Future Produzioni), Katastrofé. L’Italietta nel Coronavirus (Edizioni dal Sud), Assenze presenti (Edizioni dal Sud), Ecobiblioteche, ecoarchivi, ecomusei. Pratiche di sapere e di azione per la tutela ambientale (AIB). Ha raccontato la propria vita in Multitask. Una vita complicata fra liberalismo e laburismo (Edizioni dal Sud, Bari). Suoi editoriali e articoli sono stati pubblicati su “La Gazzetta dell’Economia”, “EPolis Bari”, “Corriere del Mezzogiorno”, “La Gazzetta del Mezzogiorno”. È editorialista del settimanale “EPolis Bari inweek”, ove firma settimanalmente, ogni venerdì, la rubrica “Multiverso”. Presenti suoi scritti su riviste professionali.
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