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ILNUOVOPAESE.IT del 23/29 maggio 2024, Numero 21 (Anno XIV) - IN COPERTINA

Il 23 maggio di 32 anni fa il grido di dolore di una piccola donna contro tutte le mafie

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di Oreste Roberto Lanza

IL 23 maggio 1992: la strage di Capaci non è soltanto storia, ma è vita che deve continuare a penetrare nel nostro intimo, invadere continuamente il nostro cuore e il nostro animo. Il 25 maggio 1992 è il giorno dei funerali degli agenti di scorta, di Giovanni Falcone e Francesca Morvillo.

«Io vi perdono ma vi dovete mettere in ginocchio»

Rosaria costa e la copertina del suo libro

Rosaria Costa e la copertina del suo libro

Vi ricordate le parole di Rosaria Costa, moglie d Vito Schifani, uno degli agenti morti, urlate nella chiesa di San Domenico a Palermo? “Io vi perdono, ma vi dovete mettere in ginocchio”. Quella è l’immagine di una donna esile, appena ventiduenne avvolta in una giacca nera che dal pulpito di una chiesa grida anche ai rappresentanti delle istituzioni, presenti tra i banchi, il suo dolore e il suo desiderio di giustizia. Una donna che perdonava e si ribellava e che alla fine abbracciava il cugino prete che le aveva proposto quella preghiera e che a metà della lettura l’aveva invitata a smettere vedendo il suo pianto irrefrenabile.
Sono circostanze da non dimenticare, da tenere ferme nella nostra memoria che nel tempo è diventata labile, quasi un contenitore oscuro, vuoto, che fa fatica a tenere in piedi un passato utile ad evitare inciampi e continue cadute divenute rituali nel tempo. Ricordare quegli uomini con il grande senso di appartenenza al nostro Paese, della giustizia fino all’ultimo loro respiro, deve continuare a essere un insegnamento forte a condurre la vita nel rispetto e nell’essenzialità. A ricercare la verità nella giusta libertà tenendo alta il valore della giustizia.
In questo giorno di trentadue anni fa vanno ricordati certo Falcone e Borsellino, grandi uomini, grandi italiani, giudici autentici, ma non possiamo non ricordare gli agenti caduti e le loro rispettive famiglie. Le donne di quel tragico momento, Rosaria Costa e Tina Montinaro, avvolti da un dolore forte, da una incalzante sofferenza, da una forte afflizione dovuta anche, come nel caso della vedova Schifani, a non poter vedere il proprio marito primo del commiato.  Un dolore, quello espresso da Rosaria Costa, che avverte il bisogno di indicare la strada verso il perdono che esprime il desiderio al cambiamento e che è speranza unica verso la rigenerazione di un modo di vivere normale, leale, serio che porta con sé semi buoni per un futuro diverso. Una data significativa, importante che deve costringere la nostra ragione a riflettere ad avere buoni propositi a creare modelli diversi da quelli che altri vogliono imporre utili solo a dividere e far perdere la forza di condividere. Questo giorno non è tempo inutile ma un momento in cui la bandiera della legalità deve essere tenuta alta nella nostra mente, nel vivere quotidiano per creare esempi limpidi di corretta convivenza. Vogliamo ricordare Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, i ventitré feriti, fra i quali gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l’autista giudiziario Giuseppe Costanza. Dobbiamo ricordare perché come dice Rosaria Costa nel suo libro: “La Mafia non deve fermarvi”. Ma le mafie non sono solo  quelle che sparano, ma anche quelle che uccidono con gli sguardi, nei comportamenti e nelle false apparenze. La mafia uccide quando il silenzio si fa più radicato.

 

Qui sotto, su YouTube, il collegamento al video di Rosaria Schifani ai funerali della strage di Capaci. Basta selezionarlo dal PC e cliccarci sopra per andare direttamente alla pagina. Da cellulare e tablet copiare il link e incollarlo sulla barra di ricerca YouTube.

 L’intervento di Rosaria Schifani e il suo dolore per sempre nella nostra memoria come atto di ribellione contro le mafie. (Cliccare sotto dopo aver selezionato  o copiato il link)

https://www.youtube.com/watch?v=ff0wgrgkCBM

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