“Il giocatore” di Dostoevskij, ovvero l’abilità di vivere nell’800 una vita spericolata

“Il giocatore” di Fëdor Michajlovič Dostoevskij  è l’opera che questa volta presenta Fermetef nella rubrica “Leggi tu, leggo anch’io… leggiamo insieme”. All’interno di questa stessa pagina una riflessione di Oreste Roberto Lanza sull’importanza di leggere un buon libro.

 

 

di Fermetef

Fëdor Michajlovič Dostoevskij è stato uno dei più grandi scrittori russi del XIX secolo, conosciuto per le sue esplorazioni profonde della psicologia umana e delle questioni sociali, politiche e spirituali.
Fëdor Michajlovič Dostoevskij è stato uno dei più grandi scrittori russi del XIX secolo, conosciuto per le sue esplorazioni profonde della psicologia umana e delle questioni sociali, politiche e spirituali.
Nacque l’11 novembre 1821 a Mosca e morì il 9 febbraio 1881 a San Pietroburgo.
Le sue opere principali includono Delitto e castigo, I fratelli Karamazov e L’idiota, e molte altre.
Il giocatore (titolo originale: “Игрок”, “Igrok”) è un romanzo breve scritto nel 1866.
Dostoevskij scrisse questo libro in un periodo molto breve, sotto la pressione di un contratto editoriale e di necessità finanziarie. La storia del romanzo è in parte autobiografica, poiché Dostoevskij stesso aveva problemi con il gioco d’azzardo.
Il protagonista del romanzo è Aleksej Ivànovič, un giovane precettore che lavora per una famiglia aristocratica russa a Roulettenburg, una città immaginaria di una Germania termale, simile a Baden-Baden. Aleksej è innamorato di Polina Aleksàndrovna, la figliastra del generale, ma la loro relazione è complicata e tormentata. Polina utilizza Aleksej per i propri scopi, mentre lui si trova intrappolato in una spirale di passione e gioco d’azzardo.
Il tema centrale del romanzo è il gioco d’azzardo, che viene esplorato non solo come una dipendenza, ma anche come una metafora per il rischio, la speranza e la disperazione. Attraverso le esperienze di Aleksej, Dostoevskij esamina le profondità dell’animo umano e il modo in cui il desiderio di guadagno rapido può portare alla rovina morale e finanziaria.Il giocatore è un’opera che riflette la complessità psicologica dei personaggi e mette in luce le contraddizioni della natura umana
Dostoevskij visse in un periodo turbolento della storia russa, caratterizzato da grandi cambiamenti sociali e politici. Dopo la morte della madre, fu mandato a San Pietroburgo per studiare ingegneria militare, ma la sua vera passione era la letteratura. Esordì con il romanzo Povera gente nel 1846, che fu accolto positivamente dalla critica.
Nel 1849, Dostoevskij fu arrestato per la sua partecipazione a un gruppo intellettuale socialista e condannato a morte. All’ultimo minuto, la sua pena fu commutata in quattro anni di lavori forzati in Siberia, seguiti dal servizio militare obbligatorio. Questa esperienza segnò profondamente il suo pensiero e la sua scrittura, infondendogli una nuova comprensione della sofferenza umana e della redenzione.
Il romanzo Il giocatore racconta la storia di Aleksej Ivànovič e della sua ossessione per il gioco d’azzardo. Aleksej è il precettore dei figli di un generale russo, che si trova in una cittadina tedesca famosa per i suoi casinò. Polina Aleksàndrovna, la figliastra del generale, è un personaggio complesso e ambivalente, che Aleksej ama disperatamente.
Il generale è preoccupato per la sua eredità, che è in pericolo a causa dei suoi debiti e della speranza che una lontana parente, la “Bàbulja” (nonna), muoia lasciandogli una grande fortuna. Tuttavia, la nonna arriva inaspettatamente a Roulettenburg e, contro ogni aspettativa, si mette a giocare lei stessa, perdendo gran parte del suo denaro.
Aleksej, trascinato nel vortice del gioco, spera di vincere abbastanza da risolvere i suoi problemi e impressionare Polina. Tuttavia, il gioco d’azzardo si rivela un’illusione distruttiva. Aleksej vince una grande somma ma la perde rapidamente, evidenziando l’inutilità della sua ricerca di fortuna facile e la natura ciclica della dipendenza.

Temi Principali

Dipendenza e Ossessione. Dostoevskij esplora come il gioco d’azzardo può diventare un’ossessione che consuma l’individuo, distruggendo relazioni e vite.
Libertà e Schiavitù. Attraverso il personaggio di Aleksej, Dostoevskij indaga la libertà individuale e come la ricerca della libertà attraverso il gioco si trasformi in una nuova forma di schiavitù.
Amore e Manipolazione. La relazione tra Aleksej e Polina è complessa e carica di manipolazioni emotive, mostrando le dinamiche di potere nei rapporti umani.
Illusione e Realtà. Il romanzo mette in luce le illusioni che il gioco d’azzardo crea, promettendo ricchezza e felicità, ma portando spesso solo a delusione e rovina.

Importanza dell’Opera

Il giocatore è un esempio perfetto dello stile narrativo di Dostoevskij, caratterizzato da un’analisi psicologica profonda e dalla capacità di ritrarre personaggi complessi e realistici. Anche se è uno dei suoi lavori più brevi, il romanzo offre una visione incisiva della natura umana e dei dilemmi morali che affrontiamo. Inoltre, il libro riflette le esperienze personali dell’autore con il gioco d’azzardo e le sue lotte finanziarie, rendendolo un’opera particolarmente sentita e autentica. Il giocatore continua a essere studiato e apprezzato per la sua introspezione psicologica e la sua rappresentazione delle contraddizioni e delle passioni umane.

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Una buona lettura fa bene al pensare e all’agire

di Oreste Roberto Lanza

LEGGERE FA bene al cuore e in molti casi all’anima. Fa bene al pensare e all’agire. Crea consapevolezza; in molti casi apre le porte a una visione del tempo più larga, intensa, donando i giusti colori alla tela della nostra vita. Per questo, tanto è giusto dedicare qualche rigo al valore della lettura: motore di sviluppo sociale ed economico. La lettura favorisce la conoscenza e la diffusione della creatività, generando importanti occasioni di coinvolgimento attivo per tutti, valorizzando il patrimonio culturale di un territorio e di una comunità nel suo insieme.
Quando si parla di libri, di buone letture, il pensiero va al viaggio.
Leggere porta inevitabilmente a viaggiare in maniera virtuale ma anche fisico. Ed ecco allora che si va alla ricerca di quelle biblioteche piene di fascino e bellezze dove il richiamo alla lettura diventa forte, creando un legame tra il tempo e la pagina da leggere. Le biblioteche sono dai tempi dei tempi, luoghi di rifugio dal caos quotidiano, dalla liquidità del tempo perduto ma soprattutto, nei piccoli borghi, luoghi di conoscenza dove si apprende il valore della condivisione e dove comincia a plasmarsi il valore dell’umanità nelle giovani coscienze. La fantasia prende vita, la filosofia aiuta a ragionare meglio sulle cose essenziali e meno, lasciando il misero pensare liquefarsi nell’oblio della dimenticanza. Leggere è vita, comprare un libro per avere una biblioteca nobile non ha nessun significato se poi la polvere ricopre la fatica di un autore che voleva farti riflettere. Quando si parla di libri, letture, la giornata è quella più alta per riflettere soprattutto sul ruolo della promozione della conoscenza, delle diversità culturali e della tolleranza. Un amico una volta mi disse a proposito della lettura: “Aprire un libro è come incontrare una persona che non conosci e vuoi a tutti i costi conoscerlo”. Lo scrittore Italo Calvino affermò: “Leggere è andare incontro a qualcosa che sta per essere e ancora nessuno sa cosa sarà”. Non si può non infine condividere quel pensiero di Giacomo Leopardi: “Un buon libro è un compagno che ci fa passare dei momenti felici”. Possiamo aggiungere che leggere aiuta a vivere come se non si dovesse morire mai. Del resto chi non legge è destinato a vivere una sola stagione in povertà di animo. Invece di ritrovarsi in un bar con una birra ritroviamoci nelle librerie, nelle biblioteche per discutere, osservare e pensare a un tempo nuovo. Altro sono solo chiacchiere di condominio