IN LIBRERIA - «Stampa», il nuovo libro di Francesco Caroli
Informare senza condizionamenti. Solo così si fa un giornalismo che serva ai lettori
di Oreste Roberto Lanza
Oliviero Beha, grande giornalista da poco scomparso, parlando della sua professione una volta ebbe a dire: «Il compito del giornalista è raccontare la verità, perché è un diritto di chi legge conoscere i fatti per poter elaborare una propria opinione basata sull’obiettività, che non sia per nulla indirizzata o deviata». Questo è sicuramente vero. Si può però aggiungere che, fare il giornalista, è un lavoro difficile, ma è anche un atto di grande coraggio. Essere rispettosi della verità è infatti una straordinaria forma di libertà. In questa nostra stretta attualità, costituita di falsi, ipocrisie e arroganze eccessive, lottare per essere normali significa appunto intraprendere la strada della verità. Scrivere e fare dell’informazione autentica è un punto di partenza per creare un’esistenza carica di emozioni e passioni, vissuta insieme a uomini e donne che si sentano veramente partecipi del proprio futuro.
Certo, questo significa andare in controtendenza. Significa un modo nuovo di fare comunicazione, così come la intende Francesco Caroli, giornalista e scrittore pugliese. Nel suo ultimo libro, «Stampa. Quel modo nuovo di fare informazione», edito da Artebaria, da poco nelle librerie, ha appunto raccontato cinquant’anni di cronache giornalistiche dalla Puglia con il semplice desiderio di informare senza condizionamenti, cercando di dare al lettore la giusta prospettiva della quotidianità.
Per chi come me ne ha ascoltato il pensiero, pesato bene le sue parole, negli anni in cui si è lavorato insieme, il grande dono segreto ricevuto è stato quello di portare con sé, nel difficoltoso cammino del pensare e scrivere, l’idea che l’informazione debba essere lo strumento o la leva per far parlare i fatti e le persone. Nulla di più. Un’opera lineare, quella di Caroli, che – come un appassionato fotografo – vi ha inserito gli scatti migliori: articoli, interviste e inchieste che testimoniano circostanze e momenti significativi della realtà pugliese, in special modo della sua città (Martina Franca), che in diversi momenti storici ha certo vissuto contraddizioni, incertezze, ma anche aspetti positivi di sviluppo sociale e civile delle sue comunità.
Molti gli scatti da non perdere: Paolo VI che nel Natale del 1968 va tra gli operai dell’Italsider di Taranto o la prima volta che un pontefice, Karol Wojtyla, visita nel 1989 anche Martina Franca; l’intervista pubblicata nel 2002 a Giuseppe Giacovazzo o, ancora prima, quella a Piero Ottone, direttore del Corriere della Sera negli anni 1972-’77; la storia dei cosiddetti brogli elettorali martinesi, una vicenda politica e giudiziaria che nel 1980 fu seguita dallo stesso Caroli per ben due anni dalle colonne del Quotidiano; la storia di Martina Franca come la città del belcanto. Sono solo alcune delle tante pagine (ben 430) che offrono al lettore la possibilità di rileggere momenti di vita vissuta, di battaglie politiche che, per alcuni aspetti, restano ancora incomprensibili, comunque frutto di scontri ammantati di provincialismo e personalismi.
Un giornalista e scrittore, Francesco Caroli, con un alto senso di moralità; a volte silenzioso ma accurato nel pensare e scrivere che tra, i quattro modelli di professionalità presenti nella pratica giornalista, abbia scelto proprio quello dove la professionalità è un fattore specifico e fondante, in quanto tende a vedere il giornalista e l’operatore culturale come intellettuale attrezzato di strumenti che gli consentono di fornire interpretazioni e spiegazioni di quello che accade.
«Stampa» è un libro da conservare gelosamente nella propria biblioteca. Vi è impresso un fiume di inchiostro con il quale si racconta – per dirla come fa l’autore – una sorta di «traversata nel deserto all’interno della professione giornalistica». Per testimoniare che il giornalismo autentico, quello che punta a informare, e nient’altro, debba avere come target soltanto i lettori.
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