Per San Martino e Santa Comasia solo momenti di religiosità da vivere con leggerezza
La fuga dei 101 giostrai da Martina Franca
di Oreste Roberto Lanza
MARTINA FRANCA, città pugliese in provincia di Taranto di quasi cinquantamila abitanti, famosa per il capocollo, i bocconotti, le bombette, il cavallo murgese e l’asino di Martina, ma anche per i festeggiamenti religiosi e meno religiosi che ogni parrocchia riserva per i propri fedeli, soprattutto in estate. Ma, quest’anno, i Santi Patroni, San Martino e Santa Comasia, per l’edizione 2024 dovranno purtroppo fare a meno delle classiche giostre del Luna Park, che annualmente fanno da cornice alla storica ricorrenza religiosa della città.
Se ne sentirà la mancanza?
Probabilmente per donne e uomini con albe più intense meno rispetto ai giovani e adolescenti che di questo “vizio” da anni ne fanno un’aspettativa di grande goliardia, di spensieratezza massima.
Da Piazza D’Angiò fino al Pergolo (2014/2023) negli anni, questo parco giochi, composto da oltre cento giostre, dall’odore di caramelle e zucchero filato, è diventato un momento itinerante per il territorio; visto la presenza di lavori di ristrutturazione e completamento del campo sportivo, l’edizione 2024 la si voleva allocare in un campo agricolo di circa due ettari sulla strada di Locorotondo. Ma le difficoltà sono emerse subito.
I fatti. Con delibera di Giunta del 23 aprile 2024, l’Amministrazione comunale ha indicato la possibilità di assegnare a tutti i giostrai una parte dell’area di piazza d’Angiò, tra il parcheggio e lo spartitraffico. Notificata la delibera ai giostrai, gli stessi hanno manifestato una certa difficoltà di spazio per trovare una giusta collocazione alle giostre nell’area indicata. Il 7 giugno in una riunione con la stessa Amministrazione comunale nella sala consiliare manifestavano la proposta alternativa: quella di portare tutte le giostre su un terreno agricolo presso la SS 172 alle spalle di una stazione di carburanti. Area che non trovò il consenso da parte del proprietario del terreno agricolo. Il 20 giugno gli stessi giostrai protocollavano una nuova proposta per un ulteriore area agricola, corredata del consenso del proprietario, sollecitando l’amministrazione alle dovute verifiche tecniche insieme con le Commissioni di competenze (Commissioni di Pubblico Spettacolo). Dopo un accurato iter, il parere è stato sfavorevole soprattutto per quanto riguarda l’aspetto della sicurezza.
A questo punto ritornava in auge la prima proposta dell’Amministrazione comunale, quella di Piazza d’Angiò. Ma i giostrai non hanno depositato nessun progetto di collocazione delle giostre nel perimetro indicato dal comune ed è per questo che alla fine l’appuntamento con i Santi Patroni conserverà soltanto un aspetto religioso. Deluso per questo l’assessore alle Attività produttive del Comune di Martina Franca, Roberto Ruggieri, che in un incontro sui social ha sottolineato: “E’ un anno di sacrificio che abbiamo spiegato a tutti, che accade solitamente quando ci sono delle opere pubbliche, che intervengono per migliorare la nostra città. In mancanza di altre aree in alternativa a piazza d’Angiò dove non si è trovato un giusto compromesso, crea dispiacere da parte di tutti non avere le giostre in città”.
Forse non tutto è perduto. L’assenza delle giostre per una volta potrebbe trasformarsi in una opportunità per ritrovare il momento dello stare insieme, moglie, marito e figli, in una lunga passeggiata tra piazza Roma e il cosiddetto stradone. Potrebbe essere un’opportunità autentica quella di riscoprire, con un momento di intensa religiosità, il valore del suono e non del rumore per una lunga notte. Le persone più avanti con gli anni poi hanno ricevuto un grande regalo dall’Amministrazione comunale, soprattutto quelli con le dimore a piazza d’Angiò. Pregare di queste tempi fa bene rispetto a ballare.
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