In un libro la storia dell'Acquedotto pugliese secondo Emilio Lagrotta
L’acqua in Puglia e Lucania: combattendo siccità e carenze strutturali endemiche
di Oreste Roberto Lanza
È CONOSCIUTO come l’uomo dell’acqua: Emilio Lagrotta, lucano di nascita. Con il suo il suo libro “Acqua, territorio e sviluppo: un sogno appulo lucano” edito da Cacucci, l’autore ripercorre il suo infinito impegno come protagonista nella gestione delle risorse idriche nel Sud Italia.
Al di là del suo importante impegno politico, la narrazione insieme e a fianco con la giornalista Loredana Albano si sviluppa con un focus particolare sulla sua esperienza come presidente dell’Acquedotto pugliese che ha guidato negli anni in cui la sua visione ha permesso di avviare importanti progetti infrastrutturali, garantendo l’approvvigionamento idrico a vaste aree del Sud Italia, tra cui Puglia e Basilicata. Il suo lavoro ha contribuito a risolvere le gravi carenze d’acqua che affliggevano la regione in quegli anni, segnando un’epoca di sviluppo. Pagine, oltre duecento, che riflettono anche sulla separazione della gestione idrica della Basilicata dalla Puglia e sulla nascita dell’Acquedotto lucano, con un’attenzione al contesto politico ed economico che ha portato a questa scelta. La Grotta e la Basilicata nettamente intrecciate sulla storia di una risorsa che nell’attualità, con la siccità in atto, riporta a galla un problema da sempre legato alla gestione e manutenzione di strutture usurate e in molte circostanze obsolete. Un pamphlet, in libreria dal 2019 dove il tema continua ad essere di piena attualità obbligando alla riflessione sulle cose fatte e quelle che in fin dei conti andavano fatte come completamento di un grande impegno infrastrutturale. Resta sempre di piena attualità il tema del fronteggiare la scarsità di acqua resa ancora più drammatica dai cambiamenti climatici e da una rete idrica obsoleta e fatiscente soprattutto in Basilicata dove si continua a certificare perdite per oltre il sessanta per cento. A pagine centoventi si racconta del 1986 l’anno del grande impulso per la realizzazione di grandi opere.
In Basilicata, tanto per dirne una, si pose mano alla costruzione di un potabilizzatore che potesse utilizzare le acque dell’invaso del Camastra al servizio di Potenza e di altri ventuno comuni. Diga attualmente vuota che ha messo in ginocchio i tanti comuni della zona. Non solo una testimonianza del passato, ma anche uno stimolo a riflettere sulle sfide odierne della regione, sottolineando la necessità di una nuova stagione di investimenti infrastrutturali per affrontare le perdite d’acqua e l’invecchiamento delle condotte. Uno scritto semplice e accurato con uno sguardo alle carenze attuali paiono essere un monito importante soprattutto sulla classe politica che appare presuntuosa, poco competente e poco incline a guardare la realtà dei fatti. C’è anche un insegnamento che vengono dettate dalle scelte compiute in passato che se ben lette potrebbero dare una svolta sostenibile al tema dell’acqua soprattutto per la terra di Lucania. Ma la domanda che sorge spontanea è: Quanto l’esperienza di Lagrotta potrebbe essere una guida per affrontare la crisi idrica che la Basilicata vive oggi? La migliore risposta può essere quella di Loredana Albano che ha ascoltato le confessioni di Emilio Lagrotta accrescendone la conoscenza dei fatti: “Durante il percorso di scrittura con Emilio Lagrotta, ho avuto modo di immergermi in un’epoca in cui la politica locale era più vicina ai bisogni della comunità e le decisioni venivano prese con una visione di lungo termine. Le riflessioni di Lagrotta su quegli anni, specialmente per quanto riguarda la gestione delle risorse idriche, mi hanno colpito per la loro concretezza e pragmatismo. Ho scoperto un approccio che metteva al centro l’infrastruttura come strumento per lo sviluppo sociale ed economico del territorio. La crisi idrica che la Basilicata sta affrontando non è solo frutto del cambiamento climatico, ma anche di anni di mancata manutenzione e investimenti sulle reti idriche. Lagrotta ha dimostrato come una pianificazione strategica possa cambiare il destino di un’intera regione. La sua capacità di coinvolgere tutte le istituzioni, di coordinare risorse e volontà politiche, credo sia una lezione fondamentale per affrontare la situazione attuale”.
L’acqua, risorsa strategica per lo sviluppo di un territorio
Da tutto questo c’è qualche lezioni che la politica lucana possa trarre da quella che viene considerata la ‘stagione d’oro’ della gestione delle risorse idriche?
“Una delle lezioni più importanti che ho tratto da questo viaggio è l’importanza di una politica fatta di competenza e dedizione al territorio. Dunque una politica capace di mettere da parte gli interessi personali per perseguire il bene collettivo, come dimostrano le opere infrastrutturali realizzate all’epoca. La Basilicata di oggi può imparare molto da quell’esperienza: la prima cosa è non sottovalutare l’importanza di programmare e costruire opere a lungo termine, non solo per risolvere i problemi immediati, ma per garantire un futuro più solido. È fondamentale una pianificazione non solo lungimirante, ma anche operativa, con tempi di realizzazione compatibili con le urgenze attuali. Un altro aspetto è la necessità di tornare a credere nelle risorse del territorio. Lagrotta ha sempre puntato sull’acqua come risorsa strategica per lo sviluppo, e la sua gestione lungimirante ha garantito decenni di benessere idrico”. Programmazione ma anche sincerità in quello che si vuole veramente fare per il proprio paese. Il motto di Emilio Lagrotta è sempre stato: Quando la sincerità e povera di sentimento politico anche le battaglie sono prive di valore”. Per risolvere il problema dell’acqua si deve ripartire da queste lucide esperienze.
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