ILNUOVOPAESE.IT del 15/21 agosto 2024, Numero 33 (Anno XIV) - IN COPERTINA (Ed. estiva)
L’attualità di Leonardo da Vinci: l’uomo è al centro della Vibrazione Universale
di Aleister
LEONARDO, OLTRE che sommo artista fu, tra le altre innumerevoli cose, senza alcun dubbio anche un alchimista (come lo era stato il suo maestro Verrocchio, secondo quanto riferito dal Vasari). Del resto non poteva essere altrimenti da parte di chi dedicò tutta la sua vita a indagare i segreti della natura, spinto dalla sua inestinguibile curiositas intellettuale.
Leonardo, infatti, era cresciuto nella Firenze del revival bizantino e grecista nella quale erano giunti da Costantinopoli libri inediti di alchimia, tra cui in particolare il Corpus Hermeticum, apprezzato da Cosimo il Vecchio e tradotto da Marsilio Ficino. Leonardo fu “uomo universale” e pittore del mistero, con un linguaggio artistico totalmente simbolico, in una sorta di visione del mondo neoplatonica e pagana. Egli vede la pittura come una forma di filosofia che media fra i moti visibili e le dinamiche invisibili del cosmo e il nostro mondo terreno; nulla per lui è svincolato dal resto del creato, in una visione ipercristica che trascende ogni limite imposto da qualsiasi religione. Leonardo si erge, dunque, nell’ambiente ermetico del Rinascimento, in maniera sempre inafferrabile, rarefatto e sfumato come i suoi dipinti che celano magnifiche visioni di un sapere oltremondano.
Tutti i quadri di Leonardo si prestano ad una lettura alchemica: in particolare La Vergine delle Rocce, in cui il tema alchemico della Natura e della Pietra filosofale sono riscontrabili nel protagonismo del paesaggio. Nell’arte rinascimentale il bello è il guscio, ma se si vuole l’uovo il guscio va rotto; così la Vergine è ritratta in un contesto rivoluzionario rispetto alla tradizione, appunto tra le rocce, ossia in una grotta, simbolo, tra le altre cose, di rinascita e del passaggio nell’aldilà. Vicino c’è il piccolo Giovanni Battista, non quello consueto ma quello narrato nei vangeli apocrifi (non c’è traccia di santità nei personaggi, mancano le aureole). Di fronte c’è la bellezza sfrontata dell’arcangelo Gabriele, o forse Uriel, condannato all’oblio da Papa Zaccaria che nel 745 stabilì che gli arcangeli dovevano essere soltanto tre. Egli sorride di quel sorriso che è la cifra dei suoi volti più sfuggenti: i protagonisti di Leonardo sorridono sempre quando ingannano. L’opera è probabilmente ispirata all’Allegoria della verginità di Hans Memling, in cui una fanciulla idealizzata appare circondata da una selva di rocce quale metafora dell’intangibilità morale.
L’uomo al centro dell’Universo
L’uomo vitruviano, invece, è un compendio di geometria sacra, connessa al sistema geometrico delle tre piramidi di Giza. Il disco del sole degli Aztechi è stato pensato esattamente come l’uomo vitruviano di Leonardo. La geometria sacra tende a inserire l’uomo in un sistema di ritmi e armonie affini a quelli naturali. Se l’uomo vive e sperimenta correttamente gli stimoli prodotti dall’osservazione dei simboli geometrici sacri potrà sostenere l’armonia con se stesso accordandola con l’armonia della creazione. Tutti principi che erano ben noti alla scuola dei pitagorici e che ritroviamo nei solidi platonici, vere e proprie chiavi dell’universo.
Molto si è parlato anche della sessualità di Leonardo: ebbene, possiamo dire che il sesso in Leonardo sia quanto di più alto e nobile abbia potuto concepire il pensiero neoplatonico; il maschile e il femminile, il Sole e la Luna, l’oro e l’argento uniti insieme nelle nozze alchemiche per creare l’Androgino universale, l’essere umano originario e perfetto, prima della sua caduta nella materialità terrena e mortale.
Leonardo resta, in sostanza, indecifrabile, non diversamente da altri suoi simili e contemporanei che hanno scelto di percorrere lo stesso cammino verso la conoscenza in piena libertà, cercando sia fuori di sé sia nel proprio intimo ciò che realmente regna al centro dell’universo.
Molte di queste tematiche sono affrontate nel bel saggio di Massimo Di Muzio, Leonardo da Vinci, la Vibrazione Universale e l’Alchimia Spirituale. Quanto alla genesi dell’opera, l’autore ci racconta che in una serata come tante, dopo un piccolo incidente domestico, fu illuminato da una rivelazione quasi mistica, che lo portò ad elaborare il proprio pensiero sulla vibrazione universale relazionata a Leonardo e alla sua opera. La natura e la terra ricevono dal cosmo vibrazioni d’amore sempre rinnovate, sempre attuali, e le elaborano sotto forma di vita a noi più congeniale, sia fisica che spirituale, donandocele incessantemente senza chiederci nulla in cambio. Noi dobbiamo solo cogliere questo grande bene che ci viene offerto. Il Giardino dell’Eden è da sempre esistito ma è qui su questa terra, mentre noi abbiamo preferito crederlo situato in un immaginario aldilà. Allontanandoci dalla natura e dalla vibrazione solare/cosmica in essa contenuta rimaniamo soli con la nostra vibrazione personale, isolati dal bene più grande che ci circonda sulla terra e nel cielo. Il libro ci indica, inoltre, in che modo le vibrazioni solari, universali, cosmiche, che rappresentano la trama del tutto su cui evolve la creazione, potrebbero essere utilizzate dal nostro cuore che a volte, come oggi succede spesso, non è più in grado di servirsene per il suo bene. Quindi l’operare in alchimia (con la vibrazione cosmica) non ha nulla a che vedere con la nostra personalità terrena, con il lavoro quotidiano; ma, se correttamente realizzato, può darci accesso alle zone più incontaminate e pure della nostra coscienza.
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