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ALCHIMIA & DINTORNI

L’opera di Michael Maier, un unicum tra arti grafiche, poetiche e note musicali

Immagine di Aleister

MICHAEL MAIER, nato nell’Holstein e vissuto tra il XVI e il XVII secolo, fu dottore in filosofia, medico di formazione paracelsiana, alchimista, mistico e quasi sicuramente membro della confraternita dei Rosacroce. Circa le sue origini, le fonti sono discordi; i suoi studi presso varie università, comunque, pare furono finanziati da un noto medico parente di sua madre. Terminati tali studi Maier viaggiò per l’Europa, mantenendosi grazie all’esercizio della professione medica e della chirurgia, oltre che grazie all’insegnamento. Divenne medico ordinario a titolo onorario al servizio di Rodolfo II, che poi lo rese nobile nominandolo Conte Palatino; un incarico, quest’ultimo, ben remunerato, che assommava alla qualifica di ufficiale imperiale la funzione di supervisione sulle Università, con la facoltà di conferire dottorati (e intascare i relativi compensi).
Michael_MaierLa fama di Maier è indissolubilmente legata ad uno dei più celebri libri di “emblemi” della storia, l’Atalanta Fugiens, opera bizzarra solo in apparenza nella quale la musica ed altri elementi artistici formano un tutt’uno con l’esposizione ermetica. Tale opera rappresenta un unicum nella storia dell’Alchimia, in quanto si può considerare il solo testo noto dove le arti grafiche, poetiche e musicali risultino strettamente legate alla trattazione ermetica vera e propria. Maier conduce il lettore all’interno di una storia ad episodi, partendo dal frontespizio dell’opera e seguendo un percorso ideale dove ogni singola figura contenuta negli emblemi, accompagnata da un brano musicale, corrisponde ad uno scopo ben preciso: parlare un suo proprio codice segreto simbolico-mitico-ermetico a chi vuole avventurarsi nella sua decrittazione. Tanta esplicazione estetica si connette sicuramente agli ideali filosofici rosacrociani, ossia di un’arte che da un lato sia considerata come mezzo educativo e dall’altro richiami aspetti metafisici ben precisi, il tutto pervaso dal mistero del magisterio alchimistico. Molti esponenti dell’entourage di Rodolfo II, come Keplero, si dedicarono, infatti, a stabilire dei nessi tra meccanica e musica, che gli alchimisti consideravano atta a creare quell’atmosfera propizia indispensabile per operare le trasmutazioni dei metalli.

Le valenze artistiche in “Atalanta Fugiens”

La copertina di "Atalanta Fugiens" di Michael Maier (sopra in un'immagine tratta da internet)

La copertina di “Atalanta Fugiens” di Michael Maier (sopra in un’immagine tratta da internet)

Nell’Atalanta Fugiens già il titolo sottolinea le valenze musicali del testo, anche se a prima vista esso non è che un riferimento al mito di Atalanta. Costei, figlia del re di Sciro, si riteneva imbattibile nella corsa. Non volendo sposarsi, alle insistenze del padre accettò di prendere come sposo il pretendente che fosse riuscito a batterla in una gara di corsa, ma ponendo come condizione che gli sconfitti fossero messi a morte. Parecchi si cimentarono nell’impresa fallendo, finche Ippomene riuscì a spuntarla grazie ad uno stratagemma suggeritogli da Venere: durante la gara lasciò cadere in terra tre mele d’oro che Atalanta si fermò a raccogliere, attardandosi in tal modo fino a perdere la corsa. L’Atalanta che “fugge” è una chiara allusione a quella forma musicale chiamata, appunto, “fuga” (elaborazione contrappuntistica di uno o più temi). Più precisamente, Maier usa canoni musicali a tre voci, ricorrenti in cinquanta “fughe” che accompagnano altrettanti emblemi caratterizzati da un complesso simbolismo; tali emblemi, indubbiamente tra i più belli della tradizione ermetica, sono da attribuire quasi certamente al famoso incisore svizzero Matthaus Merian.
In questo scritto l’autore espone la sua particolare visione in base alla quale la scienza alchemica è da considerarsi come un compendio di numerose conoscenze che viene ad appoggiarsi, secondo le note concezioni classiche, a tutte le Arti Liberali. L’aspetto neoplatonico emerge quando, appunto, l’autore dichiara che il sapiente alchimista non soltanto deve essere profondamente edotto di tutte le arti, ma soprattutto deve aver raggiunto quella perfezione interiore necessaria al compimento della grande opera. Del resto queste concezioni proprie del pensiero rosacrociano, ossia lo studio dell’Alchimia spirituale e del suo significato religioso, erano ben presenti all’inizio del XVII secolo, quando l’influenza ermetica raggiunge il suo apice e l’attesa renovatio, di cui parlano i “manifesti rosacrociani”, si propone sostanzialmente di comporre una ricongiunzione degli aspetti sia spirituali che scientifici dell’umano operare, svelando così quella identità fondamentale tra “interno” ed “esterno”.
Il sogno del medico-umanista Maier di realizzare un mondo ideale permea l’intera composizione dell’Atalanta Fugiens. Ma il concetto maieriano di una conoscenza universale ed enciclopedica, prendendo forma proprio nel momento in cui stava per nascere il moderno pensiero scientifico, rappresentato da personalità quali Francis Bacon e Isaac Newton, era fatalmente destinato a dissolversi, anche se gradualmente e non senza lasciare strascichi. E nonostante si cominci ad avvertire nell’Atalanta Fugiens la difficile situazione storica del momento, nelle sue pagine troviamo gli ultimi echi di un’atmosfera che conclude un ciclo ideale di pensiero filosofico: pochi anni dopo, infatti, la guerra dei Trent’anni distruggerà ogni speranza di rinnovamento.

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