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ILNUOVOPAESE.IT del 28 marzo/7 aprile 2024, Numero 13 (Anno XIV) - IN COPERTINA

Nonostante i venti di guerra e le tensioni, la Pasqua è ancora una festa di pace

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Sarà quella che sta per arrivare una Pasqua che andrà indubbiamente in controtendenza al clima di pace che la settimana santa dovrebbe portare in tutto il mondo. I conflitti di guerra, ad esempio, lungi dal chiudersi alimentano altri conflitti. Ma non è questa l’occasione per parlare di tutto ciò, volendo invece qui ricordare in pochi e brevi passaggi le tradizioni che ci coinvolgono in questo periodo, che preannunciano tra l’altro l’arrivo della primavera.
La caratteristica principale della settimana santa è data se vogliamo dalla domenica delle Palme, giorno in cui le famiglie cattoliche portano a benedire i rami di ulivo, simbolo di pace. Una tale benedizione è a quanto pare più efficace se i ramoscelli sono posti vicino all’altare. Da qui una vera e propria gara ad occupare i primi posti. Quindi, dopo la benedizione, i rami di ulivo vengono portati in processione. Ma la palma in questi giorni trionfa dappertutto, essendo usanza scambiarsi le sue foglie in segno di pace.
Tutti i giorni della settimana santa sono comunque caratterizzati da processioni e manifestazioni che fanno ricordare la passione, la morte e la resurrezione di Gesù.
Specialmente il sabato santo ha particolari tradizioni e riti.
Ad esempio, in passato, cortei di persone si recavano in campagna a chiedere le uova. Nella mattina del sabato santo inoltre vi era l’usanza da parte del sacerdoti di benedire con rito solenne l’acqua e il fuoco. Soprattutto l’acqua benedetta sarebbe servita per i battesimi e le altre benedizioni, compresa quelle delle abitazioni durante le visite dei preti in casa.
Suggestive infine anche in questo periodo, e non solo in quello natalizio, le tradizioni legate all’arte culinaria. In molte famiglie del sud si prepara ancora un dolce particolare, i “cavaddisttre”, chiamata anche “scarcella”, cioè delle ciambelle fatte con pasta, uova e zucchero, e  raffiguranti piccoli cavalli o agnelli. Le mogli e le fidanzate in passato erano quasi obbligate ad offrirne uno a mariti e fidanzati, però soltanto dopo che a loro avevano consegnato un ramoscello di ulivo la domenica precedente.
Infine, particolare aspetto assume il lunedì dell’Angelo, con la scampagnata fuoriporta, al mare o in campagna.  Con i parenti e gli amici più intimi si usa ancora andare a consumare il pranzo “fino a quando non si mangia tutto”. Dopodiché canti e balli sono un auspicio di una nuova primavera. Quello che ci auguriamo che accada in questo particolare momento carico di tensioni. (F.C.)

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