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ILNUOVOPAESE.IT del 3/9 ottobre 2024, Numero 40 (Anno XIV) - IN COPERTINA

Salve, ciao, buongiorno. Dimmi come mi saluti e ti dirò cosa sono per te

I tanti modi di salutare: salve, ciao o arrivederci. Qual è la formula migliore?
I tanti modi di salutare: salve, ciao o arrivederci. Qual è la formula migliore?

I tanti modi di salutare: salve, ciao, buongiorno o arrivederci. Qual è la formula migliore?

ANCHE SE non sempre ne siamo pienamente consapevoli, bisogna prestare particolare attenzione quando si saluta qualcuno. Poiché ogni formula di saluto manda un messaggio il più delle volte sublimale alla persona che vogliamo salutare. E questo lo si trasmette anche e soprattutto sia con il tono della voce che con il linguaggio non verbale: un cenno del capo, l’abbassare degli occhi, un passo indietro nei confronti dell’altro è indice di quello che noi pensiamo di lui.
Lo sappiamo, varie sono le formule usate dalla nostra lingua nel salutare qualcuno, che sia egli un nostro amico, un semplice conoscente, oppure nostro cliente, fornitore, consulente professionale, qualunque sia insomma la relazione che abbiamo con lui.
A quanto pare una formula di saluto che si va affermando in questi ultimi tempi, dove le relazioni sono ridotte al minimo, è il semplice e più che formale: «Salve!». Indubbiamente questa è un’espressione che usano sempre più sovente i giovani quando salutano una persona più grande.

E bene salutare con un freddo e formale: Salve? (immagini internet)

Non sempre è bene salutare con un freddo e formale: Salve! (immagini internet)

Ma cosa significa salutare qualcuno con un «salve»? È questa una formula che deriva direttamente dal latino. I romani usavano indistintamente sia  «salve» che «ave», intendendo così augurare all’altro di stare in buon salute. Anche se il famoso «Ave Cesare, morituri te salutant» era la formula di saluto che i gladiatori adoperavano nel rivolgersi alle massime autorità presenti nell’entrare nel circo sapendo di dover affrontare delle gare il più delle volte mortali.
Perciò, tenendo presente le particolari origini di questa formula di saluto, nel rivolgersi a qualcuno con un «salve!» oggi starebbe a indicare il voler mantenere con lui una particolare distanza, non volendogli essere né amico né mostrargli rispetto. Come a dire, ti saluto ma stammi lontano. Particolarmente sconsigliato è perciò il «salve» nelle relazioni commerciali e professionali. «Buongiorno» e «Buonasera» sono quindi termini più rispettosi e in questo caso più opportuni. Molto meglio, se li facciamo seguire da un «Arrivederci», comunicandogli in questo caso il nostro piacere nel continuare il rapporto con lui.
Fermo restando che il «Ciao!» (che deriva dal veneziano antico, volendo a quei tempi indicare al nostro interlocutore di essere il suo schiavo) viene oggi usato nelle relazioni più amichevoli, bisogna comunque sempre stare attenti a come si saluta, poiché è un importante modo di riconoscere all’altro dignità e rispetto. Togliere infatti il saluto a qualcuno è una maniera forte di dirgli che siamo stati molto colpiti da una sua azione che non ci è andata particolarmente a genio.
Importante è quindi il modo di salutare gli altri, anche se senza volerlo espressamente siamo indotti a farlo con una formula o l’altra, con un tono di voce o un movimento del corpo di cui non sempre siamo completamente consci. Perciò il consiglio è di avere in giusta considerazione qualsiasi persona: solo così il nostro saluto senza essere falso o affettato sarà opportuno e gratificante per chi ci sta di fronte. (F.C)

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